Le Giornate Catanesi di Nutrizione Clinica, pervenute alla VIII edizione sono state ospitate dal Centro Fieristico “Le Ciminiere “ di Catania che ha fatto da cornice alla Manifestazione del 21 e 22 giugno 2024.
“Il cibo e la malattia” il titolo di quest’anno, ha previsto un percorso di relazioni tenute da docenti di nutrizione clinica provenienti dalle più importanti realtà nutrizionali italiane che partendo dai primi giorni di vita hanno percorso l’iter nutrizionale dell’uomo sia in ambito di patologie fisiologiche quali la sarcopenia, sia nel contesto di patologie croniche benigne o oncologiche dove la malnutrizione assume il ruolo di attore principale nel contesto della malattia che l’ha determinata. Particolare attenzione al concetto della “Overall Home Nutritional Care” che esprime l’esigenza sempre più attuale e pressante di seguire il percorso nutrizionale a domicilio del paziente prevenendo, diagnosticando e curando lo stato di malnutrizione. La Fondazione Cenestesi, segreteria scientifica dell’evento ha promosso durante i due giorni il progetto di “rete” nutrizionale che persegue da anni e che entro l’anno solare 2024 spera possa portare a termine. “Parlare la stessa lingua” in termini di prevenzione trattamento della malnutrizione, come relazionato dal Dr. Sebastiano Percolla, Presidente della Fondazione, è fondamentale per migliorare la qualità e la dignità della vita del paziente, evitare le inappropriatezze prescrittive ed abbattere i costi legati al trattamento delle complicanze secondarie alla malnutrizione stessa. Fra gli stands degli espositori di presidi nutrizionali, quelli delle filiere corte alimentari, garanti della qualità dei prodotti siciliani per le quali è in itinere un progetto di visibilità mediatica in campo italiano ed europeo.
La nostra società è affetta da una malattia cronica: la disaffettività. L’affetto, che deriva dal latino adfectus, cioè “fare qualcosa per” è correlato al cibo in modo inscindibile. Essi ci accompagnano e ci sostentano nel cuore e nel corpo, sin dal primo giorno di vita. Se non nutrito da entrambi, il corpo si ammala e poi muore. In tale contesto, per il paziente fragile tutto assume una dimensione ancora più delicata e, nonostante ci si sia affinati culturalmente nel corso dell’evoluzione umana, tra le necessarie esigenze primarie di oggi è ancora poco evidente l’attenzione nutrizionale del paziente fragile, nel quale il “To Care” ed il “To cure” dovrebbero rappresentare un unico “leitmotiv” di chi ha a cuore la sua salute. Le due giornate dei lavori hanno sancito un impegno ad una maggiore consapevolezza della malnutrizione da parte degli addetti ai lavori operanti nel mondo della nutrizione clinica volta a concretizzare il concetto di “personalizzazione ed umanizzazione delle cure”, spesso abusato nella sua essenza e non percepito dal paziente e dalla comunità.