Il Fisioterapista è un restauratore di sogni.
È colui che, entrando in empatia con il paziente, apre nuove prospettive e stabilisce gli obiettivi, al fine di creare un piano di lavoro adatto e personalizzato per le sue esigenze. Ogni paziente ha un suo vissuto, le sue abitudini e preferenze. Di queste bisogna tener conto nel momento in cui si instaura un rapporto di collaborazione.
L’apparato muscolare costituisce quasi la metà del nostro corpo e, come tutti gli altri apparati, necessita di energia per il proprio trofismo. Questa energia deriva da una corretta alimentazione. Quando a causa di insufficiente introito alimentare protratto nel tempo si riduce la scorta dei carboidrati, l’organismo cerca di ovviare a ciò convertendo in energia le proteine, cioè “smontando” i muscoli.
Si verifica così un processo di “autocannibalismo” con progressiva distruzione del tessuto muscolare nel disperato tentativo di ricavare energia. In queste condizioni l’esercizio fisico non fa altro che accelerare il processo.
Ogni qualvolta si intraprende un percorso riabilitativo in un paziente malnutrito, il fisioterapista ha l’obbligo di informare sulla necessità di un reintegro calorico-proteico senza il quale la terapia sarà fine a se stessa, priva di input motivazionale, rischiando di svantaggiare il paziente invece di aiutarlo.
Nell’assistenza domiciliare spesso incontriamo pazienti malnutriti: è qui che entra in gioco l’importanza di un team multidisciplinare che abbracci il benessere globale della persona, prendendosi cura del paziente per ogni suo bisogno.
Fondamentale si rivela la collaborazione tra i vari componenti del team e i familiari del paziente che costituiscono un supporto prezioso e spesso determinante. Quando questo avviene, solo allora, insieme, si ricomincia a sognare…
Roberta Percolla, Fisioterapista